Finalmente anche la Birra Artigianale riconosciuta per legge

Per la birra artigianale è una svolta storica: il Senato ha approvato il Collegato agricoltura, contenuto nel DDL S 1328-B (Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione, competitività per l’agroalimentare) stabilendo che “si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. La norma prevede anche l'obiettivo di favorire lo sviluppo della filiera del luppolo in Italia


Finalmente si sono poste le basi per la qualifica di birra artigianale che in questo modo si prepara a diventare un brand sinonimo di qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione.

 Ora il prossimo passo è riconoscere la lavorazione manuale perchè è proprio  il processo produttivo che fa la differenza. Non a caso il successo che stanno riscuotendo i microbirrifici artigiani italiani sta proprio nella loro “vena artistica” che viene riconosciuta a livello internazionale.

Anche in questo settore gli artigiani della birra italiani hanno introdotto la creatività declinata non solo nel prodotto, ma anche nella sua etichetta o nel packaging sino ad un approccio atipico a questo fantastico mondo del luppolo.

Secondo Ivan Borsato, recentemente eletto presidente dei birrifici artigiani della Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, il riconoscimento della manualità era preferibile  ai processi di pastorizzazione e soprattutto della microfiltrazione che potrebbe creare  un po’ di problemi soprattutto in ottica export per alcuni  processi necessari nel caso si voglia un prodotto stabile, longevo e conservabile.

Inoltre, sempre secondo Borsato, il limite di produzione annua non superiore a 200.000 ettolitri è un po’ esagerata se si pensa che in media un micro birrificio artigiano -che lavora tutto a mano- ne produce tra i 1.000 e i 1.500 ettolitri all’anno.


(Fonte: Confartigianato del Veneto)