Previsioni delle imprese piemontesi per il terzo trimestre 2015

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Confindustria Piemonte, Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit, per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Confindustria Piemonte ha presentato oggi i dati dell’indagine relativa al terzo trimestre 2015.


L’indagine registra una stabilizzazione del clima di aspettative dopo l’inversione di tendenza registrata a marzo, quando le imprese piemontesi avevano finalmente anticipato segnali di ripresa dopo la lunga recessione.

La lettura dei dati è oggi più complessa. Gli indicatori previsivi perdono lievemente terreno rispetto a marzo; d’altra parte, quelli a consuntivo segnalano il consolidamento dei progressi fatti negli ultimi mesi. Impianti e forza lavoro si stanno riportando verso livelli di pieno utilizzo.

Nel comparto manifatturiero, la maggioranza delle imprese prevede un ulteriore aumento di produzione e ordini ma il saldo ottimisti-pessimisti peggiora lievemente rispetto alla rilevazione di marzo. Tiene bene l’export. L’aumento del tasso di utilizzo degli impianti (sempre più prossimo alla media storica), l’ulteriore significativa riduzione del ricorso alla CIG e la stabilità degli investimenti confermano la buona tenuta dell’attività industriale piemontese.

Nel settore dei servizi, le previsioni continuano a essere espansive, con indicatori sostanzialmente allineati a quelli rilevati a marzo. L’aumento del tasso di utilizzo degli impianti, il ricorso ormai marginale della CIG e la composizione del carnet ordini (maggiormente orientato al lungo periodo) contribuiscono a definire un quadro di crescita del mercato. in dettaglio i principali risultati dell’indagine, condotta su un campione di oltre 1200 imprese manifatturiere e dei servizi.

Comparto manifatturiero
Per le oltre 950 aziende del campione le attese sui livelli produttivi rimangono ottimistiche, anche se il tenore dei giudizi è più prudente rispetto alla precedente rilevazione. Il saldo ottimisti-pessimisti si riduce di 7 punti rispetto a marzo, passando da +9,3 a +1,9 punti percentuali. Analoga tendenza è riferibile alle previsioni sugli ordini totali. Le attese restano positive, ma il saldo ottimisti-pessimisti perde terreno calando da +8,1 a +1,1 punti percentuali. Stabile l’occupazione: il saldo passa da +4,0% a +2,8%. Il 18% delle aziende prevede di fare ricorso alla CIG; una quota inferiore di circa 3 punti a quella di marzo. Tiene l’export. Il tenore ottimistico delle previsioni si attenua lievemente, passando da +12,1 a +8,9 punti percentuali.

Un segnale incoraggiante viene dall’ulteriore consolidamento del tasso di utilizzo della capacità produttiva (71,9%), che si avvicina al livello “normale”. Stabili gli investimenti: la quota di imprese con programmi di un certo impegno (24,4%) si attesta sui valori dei mesi scorsi. Stabile anche la composizione del carnet ordini: il 23,1% delle aziende ha ordini per meno di un mese, quasi la metà (il 48,3%) ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 15,9% per 3-6 mesi, il 12,6% per oltre 6 mesi.

Migliorano i tempi di pagamento, almeno per quanto riguarda la pubblica amministrazione. La media complessiva è di 90 giorni; sale a 122 giorni per la PA, in calo significativo rispetto ai 135 giorni rilevati lo scorso trimestre e soprattutto ai livelli prevalenti 2-3 anni fa.

E’ fornitore degli enti pubblici, circa il 18% delle aziende manifatturiere del campione.

A livello settoriale, il leggero peggioramento del clima di fiducia riguarda la maggior parte dei comparti. In particolare, nell’automotive e nell’aerospazio la maggior parte delle imprese si attende per il prossimo trimestre una contrazione del livello di attività. Mentre per l’aerospazio oscillazioni anche molto ampie sono fisiologiche, preoccupa la frenata dell’automotive. Il clima di fiducia peggiora anche nel settore cartario-grafico che già nei mesi scorsi era pessimista.

Indicazioni ancora favorevoli vengono invece da meccanica strumentale, industria elettrica-elettronica, alimentare, gomma-plastica e industrie manifatturiere varie. Per la metalmeccanica nel suo complesso si registra un peggioramento piuttosto sensibile delle aspettative, con saldi riferiti ai livelli produttivi appena superiori al punto di equilibrio.

Prosegue la crisi profonda dell’edilizia e del suo indotto, dove la grande maggioranza delle imprese si attende una ulteriore contrazione dell’attività.

Comparto dei servizi

Le circa 300 aziende del campione sono ottimiste sulle prospettive per il prossimo trimestre. Il saldo ottimisti pessimisti sui livelli di attività (+13,2%) è sostanzialmente allineato a quello registrato a marzo (+16,5%). Analoga tendenza è riferibile alle attese sugli ordini totali: il saldo passa da +11,7% di marzo a +9,9%.

Prosegue il trend di crescita dell’occupazione: il saldo (+9,8%) si indebolisce rispetto a marzo (+18,2%), ma rimane ben al di sopra del punto di equilibrio. Il ricorso alla CIG è attestato ai minimi fisiologici (5,4%). Il tasso di utilizzo delle risorse (86 %) aumenta ulteriormente (a marzo era pari all’83,5%). Stabile la quota di imprese con programmi di investimento di un certo rilievo (24,8%). Non varia in modo apprezzabile la composizione del carnet ordini: il 14,3% delle aziende ha ordini per meno di un mese, il 30 % ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 17,5% per 3-6 mesi e il 38,2% per oltre 6 mesi. Stabili i tempi di pagamento. La media è di 73 giorni: il ritardo sale a 124 per la Pubblica Amministrazione (come a marzo), con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione.

A livello settoriale, tutti i comparti esprimono attese favorevoli. In particolare, le valutazioni più ottimistiche riguardano le imprese del comparto turistico e dell’ICT; più caute invece le aziende dei trasporti.

(Fonte: Confindustria Piemonte)