Impresa Piemonte: previsioni IV trimestre 2016
L’indagine, realizzata su un campione di oltre 1.200 aziende associate, registra, una sostanziale stabilità delle attese confermando, in un periodo di stagnazione economica, la solidità del tessuto imprenditoriale della regione Piemonte.
Nel manifatturiero sono stabili le previsioni di produzione, mentre si attenua l’ottimismo per occupazione, ordini ed export. Nei servizi, prevalgono attese ottimistiche, in particolare per produzione ordini e occupazione, mentre rimangono stabili gli indicatori a consuntivo.
Nel settore manifatturiero, buoni segnali arrivano dalle aspettative sulla produzione, stabili rispetto a giugno. A ridimensionarsi sono soprattutto le attese su ordinativi, occupazione ed esportazioni, segno della nuova fase di rallentamento e deflazione in cui versano l’economia italiana e quella internazionale.
Rallentano gli investimenti in macchinari, dopo l’aumento registrato a giugno grazie agli incentivi inseriti dal Governo nell’ultima legge di stabilità, mentre aumenta appena il ricorso agli ammortizzatori sociali. Stabili il tasso di utilizzo degli impianti e i tempi di pagamento e di incasso.
A livello settoriale, le aziende metalmeccaniche esprimono un maggiore ottimismo rispetto agli altri comparti, in linea con i trimestri precedenti. Emergono inoltre differenze sostanziali tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti, decisamente più ottimiste e quelle più piccole, dove prevalgono attese pessimistiche.
Nel settore dei servizi, le imprese sono più ottimiste per il prossimo trimestre, con un aumento di quasi tutti gli indicatori rispetto alla rilevazione di giugno. In particolare, migliorano sensibilmente le attese per ordinativi e occupazione, ma sono positive anche per i livelli di attività. Stabili investimenti e tasso di utilizzo delle risorse, scende ancora il ricorso alla CIG. Tra gli indicatori in peggioramento, si registrano il calo nella propensione all’export e l’aumento dei tempi di pagamento.
Riportiamo in dettaglio i principali risultati dell’indagine, condotta su un campione di oltre 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi.
Comparto manifatturiero.
Per le oltre 900 aziende del campione le attese su occupazione e ordinativi subiscono una battuta d’arresto: rispetto alla rilevazione di giugno, infatti, il saldo ottimisti pessimisti passa rispettivamente da +4,8% a +1,1% e da +0,2% a -0,5%. Si ridimensiona anche l’export che perde oltre 2 punti percentuali, passando da +3,6% a +1,1%.
Rallenta l’andamento degli investimenti, dopo il rialzo dovuto alle facilitazioni inserite nella Finanziaria 2016: la percentuale di imprese con programmi di un certo impegno passa dal +29,2% al +24,4%.
Variano di poco le attese sui livelli produttivi, che da +1,5% salgono a +1,8%, mentre rimane stabile il tasso di utilizzo della capacità produttiva (73,2%), ormai attestato su un valore non lontano dal livello “normale”.
Analogo trend si registra nella composizione del carnet ordini: il 24,4% delle aziende ha ordini per meno di un mese, oltre la metà (47,5%) ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 16,6% per 3-6 mesi, l’11,5% per oltre 6 mesi.
Migliorano lievemente i tempi di pagamento. La media complessiva è di 86 giorni; sale a 115 giorni per la Pubblica Amministrazione, in calo significativo rispetto ai livelli prevalenti di 2-3 anni fa. E’ fornitore degli enti pubblici circa il 18% delle aziende manifatturiere. Sale la percentuale di aziende che segnala ritardi negli incassi (dal 33,7% al 34,6%).
A livello settoriale, la metalmeccanica esprime valutazioni complessivamente più favorevoli rispetto agli altri comparti: infatti il saldo ottimisti-pessimisti riferito al livelli produttivi, che è pari a +4,7% per le imprese metalmeccaniche, scende a +0,3% per gli altri settori nel loro complesso.
Positiva la performance della meccanica strumentale, che totalizza un saldo del +15,1%, in miglioramento rispetto al +11,5% di giugno. Bene l’automotive, con un saldo ottimisti-pessimisti in discesa, ma ancora pari a +9,1% (era +10,0% la scorsa rilevazione) e i prodotti in metallo, che passano da -1,0% a +5,4%.
Si ridimensionano le attese per l’industria elettrica (da + 6,7% a -5,4%) e per la gomma-plastica (da +15,0% a -3,4%); risalgono leggermente le industrie manifatturiere varie (gioielleria, giocattoli, articoli sportivi, ecc.), che dal -3,5% passano a 0,0% e la chimica (da -1,5% a +6,9%).
Tra gli altri settori, da segnalare la buona tenuta dell’alimentare, che passa da +20,7% a +22,1%, della carta-grafica (da -10,5% a +17,1%) e del legno (da -10,0% a +15,4%). Rimane pessimistico il clima di fiducia nel tessile-abbigliamento (da -8,9% a -5,0%)
Non varia la situazione per il comparto dell’edilizia e del suo indotto, che ormai da anni vivono una fase di profonda stagnazione, con saldi ancora fortemente negativi (da -13,3% a -18,2%), mentre si assesta la situazione del comparto impiantisti, che registra un saldo ottimisti-pessimisti pari a zero (era +8,6% a giugno).
Comparto dei servizi
Le oltre 300 aziende del campione rimangono sostanzialmente ottimiste sulle prospettive per il prossimo trimestre. Il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività (+13,7%) aumenta rispetto a quello registrato a marzo (+10,3%), così come migliora il saldo per ordini totali, che passa dal +5,1% all’attuale +10,8% e occupazione (da +4,3% a +8,3%).
Scende ancora il ricorso alla CIG, ormai attestato ai minimi fisiologici (3,4%).
Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (82,0%) e la quota di imprese con programmi di investimento di un certo rilievo (23,3%). Varia di poco la composizione del carnet ordini: il 15,1% delle aziende ha ordini per meno di un mese, il 33,0% ha ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, il 16,1% per 3-6 mesi e il 35,8% per oltre 6 mesi.
Stabili i tempi di pagamento. La media è di 74,6 giorni: il ritardo sale a 111 per la Pubblica Amministrazione, con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione.
A livello settoriale, il quadro è abbastanza omogeneo. Particolarmente buona la performance dei trasporti, che dal -2,7% di giugno passano al +15,6%. Il saldo dell’ICT passa dal 12,7% al 19,6%, quello degli altri servizi passa da +9,7% a +11,0%. In leggera flessione i saldi del commercio e turismo e dei servizi alle imprese, che passano rispettivamente da +16,2%a +13,5% e da +14,6% a +5,6%.
(Fonte: Confindustria Piemonte)