Le 5 leve dello sviluppo: il perno dell’impresa

Quest’anno è stato il Molise la regione protagonista della Convention sul Mezzogiorno di Confartigianato Imprese, appuntamento biennale che chiama a raccolta il mondo associativo del Sud Italia, gli imprenditori, gli amministratori locali delle Regioni del Mezzogiorno, rappresentanti del Governo ed economisti.


La Convention che ha avuto come tema “5 leve per il Sud: turismo, innovazione, agrifood, export, green”: ha visto la partecipazione dei vertici nazionali e territoriali della Confartigianato Imprese per analizzare le politiche di sviluppo nelle regioni meridionali, far emergere il protagonismo dell’artigianato e delle piccole imprese, approfondire contraddizioni, difficoltà e risorse del Sud.

 
 I numeri chiave del Rapporto
6 settori driver, pari a 78.768 imprese
artigiane, con dinamica demografica delle imprese positiva (+0,9%) 105.760 imprese hanno investito in green tra 2008 e 2015 20.107 imprese con dipendenti artigiane di Manifatturiero e Servizi effettuano investimenti green 82.727 imprese dei settori dell’economia circolare che si occupano di riparazione, manutenzione, riciclo e recupero di cui 56.714 sono artigiane 29.262 imprese interessate alla Filiera delle fonti di energie rinnovabili (FER) con 87.054 addetti 20,0 miliardi di euro di esportazioni manifatturiere nel I semestre 2016 di cui 4,3 miliardi nei settori a maggior concentrazione di Micro e Piccole imprese 64.586 imprese artigiane operanti in attività economica a vocazione turistica 33.289 imprese dell’Alimentare e bevande, di cui 18.848 sono artigiane.

Sono 117.189 gli addetti di cui 54.906 nell’artigianato 107 prodotti agroalimentari di qualità (DOC, IGP e STG) 1.801 prodotti agroalimentari tradizionali caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo 41,2% delle micro e piccole imprese utilizza la cosiddetta ‘nuvola’, il sistema composto da infrastrutture ed applicazioni software aziendali utilizzate in rete tramite internet 11,3% delle imprese offre beni o servizi alla P.A. (eTendering) nell'ambito del sistema pubblico di appalti on-line (eProcurement)  19,0% delle imprese invia fatture in formato elettronico elaborabile (eEnvoice) 35,3% delle imprese utilizza i social network in cui è presente il 60,8% degli utenti di internet 27,5% delle micro imprese tra 3-9 addetti ha introdotto innovazioni 25,5% delle imprese di industria e servizi con almeno 10 addetti ha introdotto innovazioni tecnologiche 0,28% del Pil del Mezzogiorno per spesa per ricerca e sviluppo svolta da pubblico e privato 2 addetti impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo ogni mille abitanti. 10,1 brevetti per un milione di abitanti 9,1 laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti tra 20 e 29 anni 2,0% degli occupati del Mezzogiorno è nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei settori dei servizi ad elevata intensità di conoscenza e ad alta tecnologia 178.619 imprese artigiane interessate dall’Internet delle cose (Intenet of Things, IoT) con 403.246 addetti Imprese e occupati - da “Territori 2016” 1.174.488 microimprese fino a 10 addetti non agricole con 2.059.749 addetti 1.220.133 imprese fino a 20 addetti non agricole con 2.461.262 addetti 1.210.912 piccole imprese fino a 50 addetti non agricole con 2.697.687 addetti 335.460 imprese artigiane registrate 74 imprese artigiane sono nate ogni giorno del 2015 55.319 imprese artigiane a conduzione femminile 41.854 imprese artigiane guidate da giovani under 35 16.285 imprese artigiane a conduzione straniera 120.728 imprese artigiane con dipendenti 583.676 occupati nelle imprese artigiane 6.004.200 occupati, di cui 2.171.400 sono donne e di cui 353.100 sono stranieri 77.517 apprendisti.

 Il sentiero di aggiustamento del mercato del lavoro
Nel II trimestre del 2016 l’occupazione - media degli ultimi 4 trimestri - è cresciuta in media annua dell’1,2% (+277.900) e la crescita è trainata dal +1,8% del Mezzogiorno (+106.200) mentre nel Centro-Nord l’aumento si ferma sull’1,0% (+171.800).

In cinque anni l’occupazione cresce dello 0,3% (+65.200) trainata dal +1,5% del Centro-Nord (+239.100) mentre il Mezzogiorno scende del 2,8% (-173.900). Il Centro-Nord supera dello 0,3% il livello di occupazione pre-crisi (II trimestre 2008), mentre il Mezzogiorno è inferiore del 7,3%. Per quanto riguarda il genere l’aumento degli occupati ha riguardato nell’ultimo anno sia gli uomini che le donne sia nel Mezzogiorno (+2,5% per gli uomini e +0,7% per le donne) sia per il Centro-Nord (+1,2% per gli uomini e +0,8% per le donne).

Osservando la cittadinanza nel Mezzogiorno gli stranieri sono il 5,9% degli occupati contro il 12,3% del Centro-Nord. Nel Mezzogiorno la dinamica degli stranieri nell’ultimo anno è però più intensa: +5,4% (18.100 unità in più) contro il +2,3% del Centro-Nord.

In merito alla posizione e profilo professionale gli occupati indipendenti nell’ultimo anno sono diminuiti dello 0,7% sia nel Mezzogiorno (-10.700) che nel Centro-Nord (-27.000). Nel dettaglio imprenditori, lavoratori in proprio con dipendenti e liberi professionisti con dipendenti sono aumentati nel Centro-Nord (+1,9%, +20.800 unità) mentre nel Mezzogiorno sono diminuiti (-1,5%, -6.000).

Gli Altri indipendenti (liberi professionisti senza dipendenti, lavoratori in proprio senza dipendenti, coadiuvanti familiari, soci cooperativa e collaboratori) diminuiscono dell’1,7% nel Centro-Nord (- 47.800) e dello 0,4% nel Mezzogiorno (-4.700). Gli occupati dipendenti sono aumentati del 2,7% del Mezzogiorno (+116.800) mentre il CentroNord si è fermato sul +1,6% (+198.800).

Approfondendo l’analisi per il carattere professionale il Mezzogiorno mostra un aumento tre volte maggiore per i dipendenti a tempo determinato rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato (+6,0%, pari a 46.500 unità in più contro +2,0%, pari a 70.400 unità in più) mentre una dinamica meno intensa di rileva per il Centro-Nord (+2,6% per il tempo determinato e +1,4% per il tempo indeterminato). A livello di settore si osserva che nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord è stato tre volte meno intenso l’aumento dell’occupazione nel Manifatturiero esteso - che comprende estrattivi ed energia - (0,2% contro 0,6%) mentre è dimezzata la flessione nelle Costruzioni (-2,0% contro -4,1%).

 I settori driver della dinamica delle imprese dell’artigianato

A fronte di una maggiore selezione delle imprese artigiane nel Mezzogiorno (-1,6% alla fine del II trimestre 2016) rispetto all’artigianato italiano (-1,4%), nel Mezzogiorno si rilevano sei settori driver con una dinamica demografica delle imprese positiva: si tratta di un cluster di 78.768 imprese artigiane (23,5% dell’artigianato della ripartizione) che sono in controtendenza e crescono dello 0,9% (+706 unità).

I primati per 20 indicatori su lavoro, imprese ed artigianato: classifica delle regioni e province L’Abruzzo è al primo posto per sette indicatori (tasso di occupazione, tasso di occupazione giovanile under 25, quota di occupati del Manifatturiero sul totale imprese, minor tasso di disoccupazione, tasso di attività, quota imprese femminili nell'artigianato e quota imprese straniere nell'artigianato), il Molise è al primo posto per sei indicatori (quota occupati piccole imprese con meno di 50 addetti sul totale imprese, quota di indipendenti nel totale imprese, quota di indipendenti dell’artigianato sugli indipendenti del totale imprese, quota di dipendenti dell’artigianato sui dipendenti del totale imprese, quota degli occupati delle Costruzioni sul totale imprese, minor tasso di disoccupazione giovanile under 25), la Sardegna e la Basilicata sono al primo posto entrambe per tre indicatori (la prima per quota di occupati dell’artigianato sul totale delle piccole imprese con meno di 50 addetti, tasso di attività femminile e variazione del tasso di occupazione femminile nella crisi e la seconda per variazione del tasso di occupazione nella crisi, variazione del tasso di occupazione femminile nella crisi e minor variazione del tasso di disoccupazione giovanile under 25 nella crisi) e la Calabria è al primo posto per due indicatori (quota degli occupati dei Servizi sul totale imprese e quota delle imprese giovanili nell'artigianato).

Campania, Sicilia e Puglia non si posizionano al primo posto per nessun indicatore.

Le imprese che hanno investito in green tra 2008 e 2015
 Nel Mezzogiorno sono 105.760 le imprese che hanno investito tra 2008 e 2014 e programmato di investire nel 2015 in green cioè nella riduzione consumi di materie prime ed energia, nella sostenibilità del ciclo produttivo e del prodotto/servizio offerto e rappresentano il 28,4% delle imprese italiane che investono in green. Le imprese green rappresentano poco meno di un quarto (24,0%) del totale delle imprese del Mezzogiorno e incidenze maggiori si registrano in Molise con il 27,5% (2.050 imprese), Basilicata con il 27,0% (3.290 imprese) e Puglia con il 25,4% (23.300 imprese). Importante l’impatto sull’occupazione: le imprese green assorbivano il 37,8% delle assunzioni programmate per il 2015 e incidenze maggiori si registrano in Molise con il 41,9%, Puglia con il 41,8% e Abruzzo con il 39,0%.

Le imprese artigiane della riparazione e del riciclo, protagoniste dell’economia
 Al I trimestre 2016 sono 82.727 le imprese del Mezzogiorno operanti nei settori dell’economia circolare che si occupano di riparazione, manutenzione, riciclo e recupero. Di queste 56.714 sono artigiane, pari al 16,9% dell’artigianato ed al 25,4% del totale nazionale di queste imprese. L’artigianato rappresenta oltre i due terzi (68,6%) delle imprese in esame e le incidenze maggiori sono quelle di Molise (77,9%), Abruzzo (76,4%) e Sardegna (75,9%). Le imprese della Filiera delle fonti di energie rinnovabili Al II trimestre 2016 le imprese registrate nel Mezzogiorno potenzialmente interessate alla Filiera delle fonti di energie rinnovabili (FER) sono 29.262, pari all’1,5% delle imprese della ripartizione ed al 29,3% del totale delle imprese FER italiane, e contano 87.054 addetti.

 La produzione di energia dal sole
Il Mezzogiorno produce il 41,2% dell’energia elettrica da impianti fotovoltaici e la Puglia è la prima regione italiana rappresentando il 16,0% del totale nazionale. La produzione pro capite di energia elettrica da impianti fotovoltaici è pari nel Mezzogiorno a 453 kWh/ab., il 19,8% in più rispetto alla media nazionale e il 33,6% in più rispetto al Centro-Nord (339 kWh/ab.).
Sono del Mezzogiorno cinque delle prime sette regioni in Italia per produzione pro capite ed anche in questo caso è prima la Puglia con 900 kWh/ab., quasi due volte e mezzo (+138,1%) rispetto alla media nazionale seguita dalla Basilicata con 842 kWh/ab. (122,8% sopra la media) e, dopo le Marche (832 kWh/ab.), si posiziona il Molise con 716 kWh/ab. (89,4% sopra la media).
Nel 2015 la produzione cresce del 2,9% mentre il Mezzogiorno scende dello 0,7%. Le regioni del Mezzogiorno che rilevano una crescita della produzione di energia dal sole sono il Molise con il 2,5%, l’Abruzzo con l’1,6%, la Puglia con l’1,6% e la Basilicata con lo 0,4%.


(Fonte: Confartigianato Molise)